Ercole e la cattura del bestiame di Gerione

Ercole e la cattura del bestiame di Gerione

Questa fatica portò l’eroe molto lontano dalla Grecia, ai limiti del mondo conosciuto. Lo scopo era infatti quello di catturare il bestiame di Gerione, custodito da un mostro, nell’isola di Erizia, oltre lo stretto che dal Mediterraneo dava accesso al misterioso Oceano.

Gerione era un mostro con un corpo fatto da 2 gambe è 3 torsi con 3 teste e 6 braccia. Abitava nell'isola Eritrea e possedeva tra le tante ricchezze dei magnifici buoi rossi che erano custoditi da Euritione, un gigante anche lui, e da un cane a due teste che si chiamava Ortos. Euristeo ordinò a Ercole di portargli i buoi.

L’eroe, secondo il volere di Euristeo, partì con una nave donatagli dal Dio Apollo: percorse la Tracia, l'Asia Minore, l'Egitto e proseguì lungo le coste dell'Africa settentrionale. Qui s'incontrò con Anteo, figlio di Poseidone e di Gea, che aveva una statura gigantesca e una forza prodigiosa; prepotente e crudele, costringeva tutti coloro che passavano per la sua terra a lottare con lui e dopo averli vinti li uccideva. Ercole sapendo che la sua forza gli veniva meno quando non toccava più la terra coi piedi, lo sollevò in alto e riuscì a strozzarlo.
Ercole infine approdò in Libia, si diresse verso l’Oceano, attraversò lo stretto e vi eresse due colonne per lato, da allora note come COLONNE D'ERCOLE oggi è lo stretto di Gibilterra; raggiunse l’isola, uccise il mandriano e il suo cane e si impadronì dei buoi. 

Il suo viaggio di ritorno attraversò la Spagna e la Francia meridionale; di qui la Liguria, dove dovette resistere alle popolazioni barbare che volevano derubarlo del suo bestiame. Proseguì in Etruria e si fermò sulle rive dell’Albula, antico nome del Tevere, dove, ospite del buon re Evandro, uccise il mostruoso gigante Caco, anche lui colpevole di un tentativo di furto di parte della mandria. Il gigante, mentre Ercole dormiva, rubò i buoi e per non far capire dalle loro tracce la direzione del suo cammino, trascinò i buoi a ritroso in modo che le orme, invece di partire dalla grotta, facevano credere che vi si dirigessero. Ercole capì l'inganno e raggiunse Caco uccidendolo.

Nel suo lungo ritorno, l’eroe passò poi da Reggio Calabria e si imbarcò infine verso la Grecia, ma, mentre approdava in terra ellenica, Era invio dei tafani a far fecero impazzire le mandrie che scapparono fino in Tracia. Recuperata gran parte degli animali, Ercole attraversò lo stretto di Corinto, dove lottò vittorioso contro il terribile gigante Alcioneo, e raggiunse, finalmente, Micene. Consegnò a Euristeo i buoi che a sua volta vennero sacrificati ad Era. 

In questa tappa di Ercole troviamo il superamento dei confini conosciuti, ci si avventura oltre l'impossibile e si affrontano diverse figure mostruose e anomale. Le famose colonne d'Ercole corrispondono ai nostri paletti interiori che ci proteggono dai mostri dell'inconscio, ma che solo trovando il coraggio di superarli, ci si può evolvere verso una conoscenza globale. 
Ercole deve portare in patria i buoi, simbolo di attaccamento alla materia. La mandria gli viene sottratta più volte, con l'inganno o con le arti divine degli dei; è quello che avviene quando ci si solleva troppo dal terreno, si perdono i possessi, serve trovare un equilibrio tra il mondo materiale e quello spirituale. Infine dopo averlo trovato occorre lasciarlo andare come sacrificio. Questa modalità ondeggiante tra materia e spirito, tra possesso e distacco, sono le caratteristiche degli appartenenti al segno dei Pesci. Lottare per la materia superando i mostri più temibili e donare poi tutto ad un sé superiore.